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A Compagna > Sede > «A Compagna» è costretta a lasciare «Päxo»

La decisione di ristrutturare il complesso monumentale di Palazzo Ducale aveva già comportato lo spostamento provvisorio de A COMPAGNA dalla Loggia degli Abati in altri locali vuoti disponibili nell’ala del Palazzo prospiciente Piazza De Ferrari.

Successivamente il Comune, avendo programmato nuovi interventi edilizi a Palazzo Ducale, con deliberazione del Consiglio Comunale n° 1640 del 30 luglio 1986 decise di non rinnovare le concessioni amministrative a tutti coloro, A COMPAGNA compresa, che avevano a disposizione locali del Palazzo. Quindi, con l’ordinanza del Sindaco di Genova, Cesare Campart, n° 281 del 12 marzo 1987, veniva imposto a A COMPAGNA, e agli altri, di lasciare entro 15 giorni i locali in loro godimento onde consentire «gli interventi progettati e finanziati per il ripristino e il riutilizzo del complesso del Palazzo Ducale».

Il Sodalizio faceva presente al Comune l'assoluta indisponibilità di altri locali idonei in cui traslocare anche in considerazione del fatto che l’inizio dei lavori di restauro era previsto per tempi successivi e, soprattutto, abbastanza lunghi. Il Comune si impegnò a cercare locali adatti ad una nuova sede provvisoria per l’Associazione in attesa di un ritorno al Palazzo Ducale. Anche se non ancora concesso ufficialmente, il rientro a «Päxo» non veniva messo in discussione da nessuno tant'è vero che «Il Secolo XIX» di martedì 20 gennaio 1987 titolava

Comincia la spartizione del Ducale


Vertice in Comune a Genova con l'architetto Spalla responsabile del super restauro
Dentro sicuramente Ilres, Compagna, Istituto di Storia Patria e auditorium per il jazz

Il Comune propose i locali di Piazza della Posta Vecchia; il 10 agosto 1987 il Presidente, il Vice Presidente ed il Gran Cancelliere entravano per la prima volta all’interno 5 del civico 3 di quella piazza. Lo stato dei locali era miserevole e i funzionari del Comune presenti promisero veloci interventi di restauro e pulizia.

Purtroppo però i lavori di ripristino della nuova sede provvisoria andavano per le lunghe: pochi gli operai messi a disposizione, demotivati e, soprattutto, senza alcun controllo: pause caffè di oltre un’ora, giornate nelle quali non si presentava nessuno e via di questo passo. Sono agli atti de A COMPAGNA lettere, messaggi e appunti relativi a colloqui dai quali si evince, da un lato l’urgenza del Servizio Patrimonio del Comune di avere a disposizione i locali del Ducale per il prosieguo della ristrutturazione, ma dall’altro la più totale indifferenza verso il pessimo andamento dei lavori di restauro dei locali di Posta Vecchia, addirittura come se il responsabile della situazione non fosse stato il Comune stesso! A COMPAGNA sollecitava inutilmente i troppi funzionari che avrebbero dovuto sovrintendere ai lavori e quelli del Servizio Patrimonio perché intervenissero in proposito, ma senza esito alcuno. Le cose si trascinarono così fino al 14 aprile 1988 quando venne imposto all’Associazione di lasciare i locali entro 10 giorni.

L'intervento della Forza Pubblica

Il 20 giugno 1988 i Vigili Urbani e gli operai dell’impresa che eseguiva i restauri di Palazzo Ducale, sotto la direzione di funzionari comunali del Servizio Patrimonio, sfondarono la porta de A COMPAGNA.

Tutti si stupirono di trovare i locali ancora occupati e senza che niente fosse stato preparato per il trasloco; i funzionari del Comune, convinti che i locali Piazza della Posta Vecchia fossero pronti da tempo, dovettero esservi accompagnati perché si rendessero conto della realtà.

Mobili, arredi, libri de A COMPAGNA, sommariamente imballati da alcuni soci volenterosi e da personale messo a disposizione dall’impresa che lavorava al restauro di Palazzo Ducale vennero provvisoriamente sistemati nei locali ex AMT e successivamente trasferiti in Piazza della Posta Vecchia nonostante là i lavori fossero ancora in corso.

La porta sfondata della sede de A COMPAGNA

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