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Martedì in Compagna

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Martedì 4 febbraio 2014

Paolo Giardelli è intervenuto sul tema: «Monache, orsi e danze armate. Alla scoperta del Carnevale ligure».

Un viaggio nel tempo alla scoperta delle tradizioni del carnevale a Genova e in Liguria. Dal combattimento di Carnevale e Quaresima, celebrato in varie forme dall’Anonimo Genovese, ai “Tempi megli” che allietavano per molte notti i nobili genovesi nel medioevo, agli scherzi atroci di cui erano vittime all’epoca i passanti che transitavano in piazza Banchi. In seguito i fastosi cortei rinascimentali fino ai tempi moderni, dove la borghesia affollava il Festone dei Giustiniani e il popolo le “lanternette”. Sul territorio ligure l’intero ventaglio delle manifestazioni carnevalesche: processi rituali, combattimento di galli, confessione collettiva pubblica dei peccati, danze delle spade. In questi giorni compaiono figure mitiche quali l’orso e l’uomo selvaggio. Senza dimenticare che nel folklore il carnevale è una vera e propria “religione popolare”, i cui seguaci sono attivi sia nel corso dell’intero anno, sia nei riti di passaggio, dalla nascita alla morte, del ciclo della vita.
Antropologo, riconosciuto cultore della materia dall’Università di Genova, Paolo Giardelli ha pubblicato sotto il patrocinio del Consiglio d’Europa il volume “Il Cerchio del Tempo”, andato esaurito. I suoi libri e documentari video hanno ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali. Ha pubblicato oltre cinquanta saggi in Atti di convegni universitari e per importanti case editrici, e un centinaio di articoli su quotidiani di livello locale e nazionale. Autore di mostre, musei, centri di documentazione. Ultimo libro pubblicato “Domanda al Vento che Passa, malocchio e guaritori tradizionali”, per la casa editrice Pentàgora, di cui è consulente per la sezione di antropologia.

Martedì 11 febbraio 2014

Giuseppe Casalino è intervenuto sul tema: «La robotica a Genova: breve storia e prospettive».

La robotica occupa nella sede di Genova un posto importante. A parlarcene è Giuseppe Casalino, professore ordinario di “Robotica Industriale” nell’Università di Genova, che svolge ricerca nel settore della robotica e della automazione, con interessi particolari nell’ambito delle strutture multirobot sensorizzate avendo in mente applicazioni alla robotica sottomarina e spaziale.
Dopo aver brevemente introdotto la storia e la crescita della ricerca in robotica in ambito genovese, Casalino ci informerà sulle attuali organizzazioni di ricerca locali, che costantemente ne curano lo sviluppo e le sue applicazioni in diversi ambiti. A questo riguardo la presentazione approfondirà poi alcune tra le tematiche robotiche al momento ritenute di maggiore interesse, indicando per esse le attività in corso e le loro possibili prospettive di ulteriore sviluppo e relativi trasferimenti applicativi.

Martedì 18 febbraio 2014

Giovanni Meriana è intervenuto sul tema: «Santuari e pittura votiva in Liguria».

La Liguria, terra chiusa tra il mare e i monti, ha sperimentato nel corso dei secoli la cultura della fatica. I pericoli erano tanti e il rischio di morte anche. Non avendo protettori in terra, i liguri si affidavano a quelli del cielo: la Madonna, il Cristo Crocifisso, i santi e ad essi innalzavano santuari, per pregarli e per depositare in essi i segni tangibili della loro riconoscenza: gli ex voto. Santuari e pittura votiva sono dunque strettamente legati. In Liguria i santuari sono più o meno equamente distribuiti lungo la costa e nell’entroterra con maggiore frequenza a ponente ai margini della cerchia alpina. La Madonna, venerata sotto diversi titoli, con prevalenza delle Grazie, è titolare della maggior parte dei santuari liguri, ma anche il Crocefisso e i Santi, ciascuno con le specifiche possibilità di intercessione per la concessione della grazia, erano invocati come titolari dei santuari o accanto ad essi. Numerosissimi, nei santuari lungo la costa gli ex voto marinari, più spesso dipinti in modo ruspante, ma anche con la presenza di autori di ritratti di velieri di chiara fama. Gli armatori, proprietari di barche attivi in tutti i mari, non si accontentavano di un abbozzo generico, ma chiedevano all’autore il ritratto del “loro” veliero, con tutte le indicazioni capaci ai aumentare il loro prestigio e la stima di chi, nei santuari, avrebbe guardato i loro quadri votivi. È per questo che in quegli ex voto i velieri sono ritratti nei dettagli, nel mare in tempesta, e nella didascalia vengono indicate le coordinate geografiche, il numero dei marinai, la merce trasportata, il mare in cui è avvenuto il naufragio e tutto quanto poteva testimoniare la potenza economica e imprenditoriale del proprietario della nave. Uno status symbol, dunque.

Martedì 25 febbraio 2014

Carlo Gatti ed Ernani Andreatta sono intervenuti sul tema: «London Valour: la nave che affondò due volte».

Il piroscafo mercantile LONDON VALOUR naufragò il 9 aprile 1970 in seguito ad eventi sfortunati, ma anche di errori catastrofici. La sciagura si consumò all’imboccatura del porto di Genova: il cargo affondò a poche decine di metri dall’ingresso nello scalo marittimo, dopo aver urtato contro gli scogli a protezione della diga frangiflutti, a causa di una fortissima mareggiata da libeccio. Nel disastro persero la vita venti membri dell'equipaggio, tra cui il Comandante e sua moglie. Il comandante Carlo Gatti definì quella tragedia: “Il giorno del diavolo” perché lo visse dall’alba al tramonto a bordo del rimorchiatore TORREGRANDE, il più potente del porto. Circa un anno dopo la tragedia, fu deciso di far inabissare il relitto nella fossa delle Baleari a 3500 m di profondità. Tuttavia lo scafo, per un’improvvisa e violentissima burrasca, ma soprattutto per le sue cattive condizioni di galleggiabilità, affondò a sole 90 miglia al largo di Genova. Il relitto giace oggi a 2600 m di profondità. Ancora una volta fu la LONDON VALOUR a decidere quando e dove morire.
Questa interessante avventura sarà raccontata dal comandante Carlo Gatti che visse quest’esperienza in prima persona e dal comandante Ernani Andreatta, fondatore e conservatore del Museo Marinaro di Chiavari.
La chiesa anglicana, custode della campana della London Valour, ha concesso in prestito la campana stessa affinché sia esposta durante la conferenza di martedì 25 febbraio 2014 qui sotto annunciata. Per l’occasione saranno presenti il Console britannico di Genova avv. Denise Dardani e la prof.ssa Flora Capostagno (Warden, Holy Ghost Genoa) per porgere un saluto ai presenti.

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