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Maggio 2010:
sabato 8, sabato 15, giovedì 20, venerdì 21 e sabato 22

Giovedì 20 Maggio 2010

Nell'ambito del convegno: Genova e la Svizzera all’insegna della storia: rose, bandiere, Papi e alabarde

Il rosso e il bianco: due croci, due bandiere

Sala Borlandi di Società Ligure di Storia Patria, Palazzo Ducale in Genova

Testo di Marcella Rossi Patrone
Foto di Andrea Patrone

Evidenziamo questo titolo. Genova e Svizzera hanno un simbolo analogo con i colori invertiti: la croce rossa su fondo bianco per la città di Genova, bianca su fondo rosso per la Svizzera, una coincidenza da non perdere per parlare di storia.

Questo è stato desiderio di Franco Andreoni, presidente de Lameladivetro, che per l’impegno al dialogo culturale tra popoli e nazioni ha ricevuto la lettera dalla Presidenza della Repubblica Italiana e i complimenti personali di Giorgio Jester, presidente della commissione cultura del Comune di Genova, presente al Convegno.

 
Franco Andreoni   Giorgio Jester

Testimone e garante della lingua, della cultura e della storia di Genova l’associazione A COMPAGNA, come ha dichiarato il presidente Franco Bampi, si è impegnata con piacere in questo singolare ma significativo confronto. Ha quindi salutato il pubblico Maurizio Daccà, coordinatore per il Gruppo Commenda di Prè, presente nel programma degli eventi.

 
Franco Bampi   Maurizio Daccà

Con belle e costruttive parole, Hans-Ulrich Tanner, Console Generale di Svizzera a Genova, ha salutato i presenti, gentilmente grato alle istituzioni e a Lameladivetro per l’impegno dedicato al Convegno. Il Console ha indicato che da sempre la vicinanza ha reso estremamente importanti i legami culturali ed economici fra la Svizzera e Genova, un città che è un grande polo di commercio e una realtà portuale internazionale. Da questa antica realtà nasce l’attuale valore del TerzoValico dei Giovi, che favorisce il corridoio Genova-Rotterdam.


Hans-Ulrich Tanner

È nell’uomo sentire il bisogno di distinguere le proprie origini e la bandiera è il simbolo che distingue i popoli e le nazioni, un simbolo di origini remote, un drappo usato come emblema o segnale che appartiene alla storia dell’umanità. Parliamo di insegne, vessilli, guidoni, stendardi, gonfaloni. Pare che la parola bandiera sia entrata in uso nel XVI secolo per indicare genericamente questi drappi e che derivi dal francese antico bande o bende, ovvero striscia di colore. I suoi elementi peculiari sono infatti i colori e la loro disposizione.
Una croce rossa su campo bianco costituisce la bandiera di Genova: è la cosiddetta croce di San Giorgio, simbolo dei pellegrini che si recavano nei luoghi santi del Cristianesimo. Quando nel VII secolo la Terra Santa cadde vittima dell’espansionismo musulmano, i cristiani furono prima emarginati poi puniti, infine nel X secolo perseguitati; allora la croce di San Giorgio fu utilizzata dai Crociati.
L'uso del vessillo da parte dei Genovesi pare risalire molto indietro nel tempo. Tra interessanti notizie storiche, Franco Bampi ha raccontato che già nell’alto medioevo le guarnigioni lo portavano in omaggio nella piccola chiesa di San Giorgio, che nel 1190 l’Inghilterra ne ottenne l’utilizzo e che lo storico Accinelli indicò lo stemma milanese come sua derivazione.


Franco Bampi

La bandiera, simbolo di appartenenza, si diffuse in Età Comunale per distinguere e identificare le città. Naturalmente sventolò sulle torri, le architetture tipicamente medioevali che costituirono elementi di vedetta e di prestigio. La bandiera di Genova sventola oggi a Palazzo Ducale, sulla Torre del Popolo o Grimaldina, grazie alla proposta fatta nel 1980 dal console de A Compagna Augusto Cavassa al Sindaco di Genova, Fulvio Cerofolini. Da trent’anni tutti i genovesi possono veder sventolare il vessillo rosso-crociato della Repubblica di San Giorgio. Il dott. Ezio Baglini, console bibliotecario de A COMPAGNA, ha spiegato cosa rappresenta la torre del Ducale per la Città, soffermandosi particolarmente sulla storia del campanone, rifuso e riposizionato proprio da A COMPAGNA.


Ezio Baglini

Intorno all’800 i cavalieri e i nobili crearono i propri stemmi. I primi per distinguersi nei tornei e nelle battaglie, i secondi per distinguere le famiglie. Per evitare che lo stesso stemma venisse utilizzato da più persone, si rese necessario dare delle norme a questo fenomeno e si creò un sistema di controllo con un esperto che regolasse i disegni: apparve sulla scena la figura dell’araldo e nacque l’Araldica. Questa scienza ha contribuito a tramandare una particolare e importante documentazione storica. La natura dell’araldica è quella di essere un "codice distintivo" e quindi identificativo. In quest’ottica il dott. Alfredo Remedi, ricercatore storico del Comune di Genova, socio di Società Ligure di Storia patria e de A Compagna, ha parlato dei legami fra la famiglia nobiliare genovese dei Gentile e la contea di Ginevra, proponendo un’inedita e affascinante documentazione.


Alfredo Remedi

La caratteristica più appariscente della bandiera svizzera è l’essere quadrata, forma che ha anche e solamente quella del Vaticano. Il suo sfondo è rosso con una croce greca bianca al centro. La croce bianca era un simbolo diffuso nei territori del Sacro Romano Impero Germanico e fece la sua comparsa nelle armate svizzere. Nell’Ottocento la croce bianca in campo rosso divenne il simbolo ufficiale della confederazione elvetica. La storia della bandiera svizzera è articolata, conserva in sé e tramanda la tradizione degli avi. Abbiamo avuto l’onore di conoscerla attraverso le parole di un ospite prestigioso e graditissimo: il colonnello svizzero Franco Valli, del Dipartimento Federale della Difesa, della Protezione della Popolazione e dello Sport.

 
Franco Valli    

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