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A Compagna > Fotografie > 13-20 Marzo 2010 - 7 Aprile 2010

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Sabato 13 e sabato 20 Marzo 2010 - Sabato 7 Aprile 2010

Genova e il Venezuela

Testo di Marcella Rossi Patrone
Foto di Andrea Patrone

Comune di Genova, Municipio Ponente MuMA Commenda
Sol.co Liguria A Compagna

Lameladivetro rappresentanza venezuelana

Storia, tradizioni, cultura fanno di Genova una città internazionale, ovvero una città ospite, aperta al confronto ed alla partecipazione.

Per questo ho curato il coordinamento culturale delle associazioni Lameladivetro internazionale, rappresentata dal presidente Franco Andreoni, e A Compagna, rappresentata dal gran cancelliere Maurizio Daccà, entrambe appartenenti al neonato Gruppo Commenda, distinte nell’impegno organizzativo di questo convegno Genova e il Venezuela, che ho avuto l’onore di presentare.

Genova e il Venezuela è stato un convegno divulgativo, che si è rivolto ad un pubblico eterogeneo per sensibilizzarlo e informarlo, nel rispetto della ricerca scientifica svolta in ambito accademico. Su questo punto è necessario essere chiari. Alcuni anni fa Franco Cardini, lo storico medioevalista toscano che lo scorso autunno a Palazzo Ducale ha affascinato il pubblico genovese sul tema delle Crociate, espresse il desiderio di scrivere un libro sull’esclusivo lavoro dello storico, che dovrebbe essere riconosciuto come ogni professionista, non solo per le cognizioni acquisite su metodi e tematiche, ma anche per la capacità di elaborarle; ciò detto senza togliere nulla agli amatori, che spesso apportano nuove conoscenze. E’ così. L’osservazione mi fece riflettere: l’interesse per la storia può nascere come volontariato e rivolgersi ad un pubblico, ma diventa fruttuoso se è volto a sostenere, promuovere e valorizzare la ricerca accademica, consapevole dei propri limiti ma con dignità riconosciuta. In questo contesto acquistano allora un ruolo mediatico le associazioni culturali capaci di coordinare e finalizzare il proprio impegno, organizzando eventi di grande interesse pubblico, patrocinati dalle istituzioni, che rimandino ad una corretta documentazione sugli argomenti affrontati: è un modo di comunicare la storia che sovverte la dinamica tradizionale, un criterio che attualmente applico e chiamo dall’evento al documento.

Grazie ed insieme alle istituzioni, le associazioni culturali possono dare attenzione agli storici professionisti e agli amatori, dare pubblico ai primi e voce ai secondi, fungere da anello di congiunzione tra gli studiosi e la gente.

Nel pomeriggio di Sabato 13 Marzo, al Museo Navale di Pegli, il primo incontro ha avuto come titolo Colombo sbarca in Venezuela.


Da sinistra: Franco Andreoni, Mauro Avvenente, Maurizio Daccà, Marcella Rossi Patrone

Il presidente del Municipio Ponente Mauro Avvenente si è dimostrato partecipe e interessato all’iniziativa. Come Segretario Generale dell’associazione Promotori dei Musei del Mare e della Navigazione, Carlo Calissano ha dato il benvenuto e si è complimentato con organizzatori e partecipanti.


Carlo Calissano

Nella presentazione del convegno ho potuto rilevare come nel XIX secolo il Venezuela abbia intrattenuto le maggiori relazioni commerciali con Genova. Il nostro porto è stato il centro dei principali movimenti di merci "da" e "per" l'America Latina e, ancor prima, il punto di partenza dei flussi migratori che hanno portato molti italiani e genovesi a stabilirsi là, dove hanno sviluppato lavoro e contribuito alla crescita economica del Paese, mantenendo il legame con la madre patria. Il primo esploratore e navigatore europeo a sbarcare nell’attuale Venezuela fu proprio il genovese Cristoforo Colombo.


Marcella Rossi Patrone

La dott. Mayela Barragan Zambrano, scrittrice e giornalista venezuelana, nata nello stato andino di Tachira, che vive a Genova e si interessa alla storia della nostra città con l’importante ruolo di mediatrice culturale, ha notato che in Venezuela si studia con grande interesse la figura di Colombo come grande navigatore ed esploratore, c he come tale lo si fa rispettare e che gli affronti fatti alla sua immagine sono puniti. Ha poi informato su come si studia oggi la storia del Venezuela: nelle scuole i programmi comprendono le civiltà precolombiane estinte e nel dibattito storico si parla di genocidio delle popolazioni native, senza trascurare la documentazione relativa a Bartolomeo De las Casas, loro difensore e autore della Storia delle Indie, scritta nel 1550. Oggi il 12 Ottobre i venezuelani festeggiano la resistenza indigena.


Mayela Barragan Zambrano

Indubbiamente ignoranza e incomprensioni, fobie e avidità, presero il sopravvento su un pacifico processo di acculturazione. Ovunque e in ogni tempo la storia umana è drammatica, segnata dall’espansionismo dei popoli.

Per la prima e unica volta nella storia europea è stato un uomo, Cristoforo Colombo, a segnare l’inizio di una nuova epoca, quella moderna. Ecco allora che l’attenzione si focalizza su quest’uomo.

La dott.ssa Barragan ha potuto intervistare il dott. Davide Roscelli, di Sestri Levante, autore di numerose pubblicazioni che coniugano la storia locale con i grandi eventi, ma soprattutto studioso appassionato di Cristoforo Colombo, considerato innanzi tutto un navigatore ed esploratore amante della verità scientifica, onorato e poi caduto in disgrazia, vittima della sua stessa impresa. Sulla biografia dello Scopritore pesano lacune, distruzione e perdita di documenti, manipolazioni, leggende e opinioni.



Mayela Barragan Zambrano e Davide Roscelli

Roscelli ci consegna novità e precisazioni: Cristoforo Colombo compì nel Nuovo Mondo cinque viaggi, non quattro come crediamo e già nel 1494 scoprì la Terraferma, l’attuale Venezuela; nel 1495 a Venezia si ebbe notizia proprio di questa scoperta; nel 1498 Colombo rifiutò di scendere nella Nuovo Continente e di prenderne possesso per conto della Regina di Castiglia; dopo questa data la Spagna consentì al Granduca di Firenze di far nominare America le nuove terre. Nel raccontare delle spedizioni lo studioso si sofferma sul ritrovamento delle ostriche (chiamate margherite) e sulla misteriosa assenza delle perle al suo ritorno.

In realtà per comprendere Colombo è necessario studiarlo come uomo del Rinascimento europeo, assolutamente e coscientemente proiettato nel futuro ma per molti aspetti legato alla mentalità del Medioevo. Colombo è figlio di un’Europa in crescita culturale, in espansione economica e territoriale, dove si consolidano le grandi monarchie, ma dove nel Sistema Feudale Imperiale si insediano i Comuni Italiani, che daranno vita ai Piccoli Stati Italiani, creando un fenomeno unico al mondo. Colombo nasce nella dinamica Repubblica Marinara di Genova, patria di eccellenti naviganti e studiosi della navigazione, di cartografi come Giovanni di Mauro da Carignano, che nel 1333 disegna un’accurata Tavola del Mediterraneo e di Bartolomeo Pareto, che nel 1455 disegna una stupefacente Carta Portolanica.

La conoscenza della storia di Cristoforo Colombo può oggi rispondere a molte domande sulla nostra storia e sulla storia americana contemporanea, entrambe eredità del Rinascimento europeo, dell’affermarsi di una civiltà evoluta che valorizza l'autonomia dell'uomo, la sua capacità di conoscere e di intervenire nelle leggi della natura e della storia.

L’esperto di storia della marineria Giovanni Panella ha ricordato che nel XV secolo i Cinesi ebbero imbarcazioni ben superiori alle caravelle per grandezza e capacità nautica, ma non ebbero altrettante motivazioni a ricercare nuove terre e nuove rotte mercantili. Fu la caravella ad aprire il periodo delle grandi traversate oceaniche, quello dei grandi velieri e delle navi dalle alte alberature, quelle che oggi chiamiamo tall ships e che formano una flotta di navi scuola.


Giovanni Panella

La fotografa Luisa Ferrari ha ritratto le Tall Ships ed i loro equipaggi in affascinanti scatti eseguiti nel porto di Genova e nel nostro mare, passati in video rassegna a Pegli. Nonostante lo sviluppo della navigazione sia orientato verso una tecnologia sempre più avanzata, la miglior conoscenza dell'ambiente marino si acquista ancora a bordo di una nave a vela, condizionata dagli elementi naturali mare e vento. I comandanti liguri spesso discendono da famiglie di armatori e di capitani di brigantini, nella loro carriera sono sbarcati più di una volta in Venezuela, magari hanno frequentato l’Accademia e si sono formati sul veliero Amerigo Vespucci. La più giovane delle attuali navi scuola è oggi proprio venezuelana: la splendida Simon Bolivar, varata nel 1980.


Luisa Ferrari

La giornata di Pegli si è conclusa con un gesto di affetto verso questa nave e gli ospiti venezuelani: l’esecuzione dei canti tradizionali genovesi, rielaborati da Milena Medicina col gruppo Zena Antiga, dedicati al navigatore Colombo e ai temi del viaggio, della partenza, del ritorno.


Gruppo Zena Antiga


Pubblico


Pubblico

Tardo pomeriggio di Sabato 20 Marzo: nella suggestiva cornice medioevale della Commenda di Pré

Alla Commenda di Pré, che definirei il simbolo di Genova Città Ospite, ci si è ritrovati a parlare delle società del tempo in cui è vissuto Cristoforo Colombo per una trattazione di storia comparata tra Genova e Venezuela, col titolo Genova e Venezuela nel XV secolo: aspetti sociali a confronto. Sulla rotta del navigatore, abbiamo immaginato Genova e il Nuovo Continente alla fine del Quattrocento.


Da sinistra: Marcella Rossi Patrone, Anna Maria De Marini, Il Presidente de Lameladivetro Franco Andreoni,
il rappresentante del Gruppo Commenda e Gran Cancelliere de A Compagna Maurizio Daccà,
Mayela Baragan Zambrano, Consuelo Hernandez

Colombo nasce in una Genova Medioevale, cui corrisponde una ben precisa realtà sociale nelle terre che oggi chiamiamo Venezuela. Da questo principio è nata la seconda intervista della dott.ssa Barragan al dott. Roscelli: domande sulla nascita dello Scopritore, che il ricercatore definisce con esattezza di data, e sull’immagine di Genova che meglio illustra l’epoca della sua nascita.

Secondo Davide Roscelli Cristoforo Colombo nacque a Genova il 25 Agosto 1451. Possiamo risalire a questa data da un atto notarile in cui egli compare testimone, interpretando correttamente l’espressione vel circa, a noi inusuale ma che Roscelli ha tradotto dopo averne riscontrato l’utilizzo nelle unità di misura dell’epoca. Colombo nasce esattamente in Vico Dritto del Ponticello, dove sarebbe stata ricostruita in modo arbitrario la sua casa, senza tener conto dei suggerimenti dell’architetto Alberto Terenzio, che avrebbe mantenuto la fisionomia dei ruderi. Non sarebbe poi corretta l’immagine di Genova tramandata dal pittore Cristoforo Grassi, perché in essa comparirebbero erroneamente le insegne dei Fregoso. L’immagine che meglio illustra Genova all’epoca di Cristoforo Colombo è in realtà una veduta del 1410 trovata e pubblicata da Roscelli, fatta anticamente eseguire dal marchese Teodoro di Monferrato e ricopiata nel 1854 da Tammar Luxoro, prima che divenisse illeggibile.


Marcella Rossi Patrone e Davide Roscelli


Mayela Baragan Zambrano

Quando nacque Colombo Genova era un consolidato centro economico e politico, di fondamentale importanza nel panorama mediterraneo ed europeo. Navigatori e commercianti avevano fatto la fortuna di una città porto, dove torri e mura proteggevano abitazioni e fondaci, mercati e chiese, sparsi tra orti e giardini; dove si intrecciavano strade che ben conosciamo e ancora percorriamo, magari di fretta, ed è naturale, senza riguardo o coscienza storica. La dott.ssa Annamaria De Marini, competente studioso di storia genovese, è intervenuta in questa seconda giornata di convegno con la propria capacità di comunicare semplicemente e chiaramente il passato della nostra particolarissima città. Ha catturato l’attenzione dei presenti in sala conferenze della Commenda di Pré accompagnandoli in una passeggiata nella Genova del XV Secolo, immaginando edifici ora scomparsi e rilevando quelli presenti, modificati dal tempo o dall’intervento di restauro e ricostruzione.


Annamaria De Marini

Quando Colombo incontrò i nativi delle terre dov’era sbarcato, trovò gli abitanti di un paradiso ancora intatto, sconosciuti alla cultura dell’esploratore. Da allora e come sempre avviene nella storia, nel bene o nel male, in modo consapevole o inconsapevole, le immagini di questi uomini sconosciuti, i loro usi e costumi, tornarono in Europa filtrati dalla cultura di chi là era per la prima volta era giunto. ll dott. Roscelli ha riflettuto a lungo su questo aspetto del viaggio di Colombo ed ha risposto alle domande di Mayela Barragan sul Continente Nuovo e la questione antropologica, affrontata da numerose scuole di pensiero, nate dall’interesse scientifico che nell’Ottocento si ebbe nei confronti degli indigeni. Nessuna delle teorie citate sarebbe in grado di dare esaustive risposte, di fronte all’intricata contaminazione genetica che prese l’avvio immediatamente dopo la colonizzazione.

Eppure parliamo oggi di un antichissimo continente nuovo, dove l’uomo viveva probabilmente già 12.000 anni fa. La relatrice per il Venezuela dott.ssa Consuelo Hernandez, di madre genovese e padre venezuelano, laureata in storia dell’arte e residente a Milano, ci ha dato alcune notizie sulle etnie indios. Delle almeno 21 etnie che si riscontrano attualmente in Venezuela, le principali sono quelle che derivano dal diffuso ceppo Caribe, quelle dei Guajiro a nord di Maracaibo, dei Warao nel Delta dell'Orinoco, dei Pemon nella Guayana e nell'amazzonia i Piaroa, Guajibo, Yekuana e gli Yanomami. Ciascuna conserva proprie caratteristiche ataviche, ma, come ha anche precisato la dott.ssa Barragan, molte nuove notizie stanno affiorando da ricerche in atto negli stati andini.


Consuelo Hernandez

Il dott. Roscelli, ha concluso con la sintesi delle novità fin qui rese pubbliche. Diciamo che la seconda giornata ha messo in discussione alcuni stereotipi su Colombo e sul Venezuela. Infine, l’omaggio di canto dialettale genovese della prima giornata a Pegli e stato ricambiato da una danza venezuelana, dove due graziose interpreti hanno testimoniato con il linguaggio universale della musica e del ballo la positiva contaminazione etnico culturale presente nel loro paese.


Danza


Pubblico

Mercoledì 7 Aprile, alle ore 17.00, la Commenda di Prè ha ospitato la terza giornata di convegno intitolata Colombo nell’arte

Un incontro nato dall’interesse sempre attuale e diffuso per le fattezze di Cristoforo Colombo.


Da sinistra: il vice presidente de A Compagna Maria Vietz, Maurizio Daccà, Marcella Rossi Patrone,
Franco Andreoni, la rappresentante venezuelana de Lameladivetro Mayela Baragan Zambrano


Seduti da sinistra: Davide Roscelli, Mariolina Manca, Marco Ghiglione,
Giuliana Traverso, Consuelo Hernandez

Le rappresentazioni artistiche del navigatore non mancano certo, la ritrattistica appare ricca ma complessa, e ancora ci chiediamo che volto aveva lo Scopritore. Per questo il dott. Davide Roscelli, appassionato e documentato esperto di Colombo, non poteva tralasciare l’argomento.

Innanzi tutto è indispensabile precisare che Roscelli ha pubblicato l’albero genealogico dei Colombo, notificando due ceppi distinti che risalgono al XIV secolo: quello dello Scopritore, che fu a Genova, a Moconesi e a Quinto, e quello presente a Genova, a Quinto e a Cogoleto, dove nacquero altri due navigatori Cristoforo Colombo, omonimi e parenti dello Scopritore.

Roscelli definisce Scopritore il Cristoforo Colombo che trovò il nuovo continente, Colombo Senior il cugino anziano di Cogoleto e Colombo Junior il nipote di quest’ultimo, sempre di Cogoleto. Lo Scopritore militò nell’armata asentista dei Colombo di Cogoleto e si trasferì in Portogallo nel 1470. Di fatto gli asentisti erano soliti provvedere ad uno Stato un sistema di armamento navale privato, ottenendone dei permessi e dei benefici.

Sulla copertina di un opuscolo di Davide Roscelli, intitolato Esegesi critico storica del ritratto di Colombo,appare questa frase del Vasari, tratta dalle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, edizione del 1568: “...Raffaello fece levar copia fedele dei ritratti stati dipinti ... nella Stanza dell’Elidoro perché si conservassero le vere effigie di diversi uomini illustri...” Il Vasari continua parlando della raccolta che “comincia con i condottieri, seguiti dai re e dagli imperatori ... e altri eroi; e questi dagli uomini eroici, i primi otto dei quali sono: Alberto Duro, Leonardo da Vinci, Tiziano, Michel Angelo Buonarroti, Amerigo Vespucci, Colombo Genovese, Ferdinando Magellano, Ferdinando Cortese”.

E proprio dal Vasari e dalle sue testimonianze è partita la ricerca del nostro studioso per arrivare al dipinto che rappresenterebbe il vero volto di Cristoforo Colombo Scopritore. Questo ritratto faceva parte della collezione cinquecentesca degli uomini illustri di Paolo Giovio, il famoso letterato comasco al quale si deve l’odierno concetto di Museo. Il quadro pervenne ai Musei Civici di Como nel 1935, dopo essere passato per linea di successione alla famiglia De Orchi, ed è ora esposto nelle Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Volpi.

Per comprendere l’affermazione che il ritratto della collezione Giovio è l’unico veritiero bisogna conoscere alcuni fatti. Nel 1503 il ligure Giuliano della Rovere venne eletto Papa col nome di Giulio II. Il Pontefice, mecenate di grandi artisti, chiamò Raffaello a dipingere le Stanze Vaticane ordinando di eliminare i dipinti presenti, compresi i ritratti degli uomini illustri. Raffaello ottenne però dal Pontefice che questi ultimi fossero riprodotti dai maestri pittori che allora lavoravano in Vaticano. Secondo Roscelli proprio Raffaello riprodusse Colombo Scopritore, con l’aiuto del di lui figlio Ferdinando. Copie dello Junior furono invece eseguite dal Perugino, da Ridolfo Ghirlandaio, da Lorenzo Lotto, da Sebastiano del Piombo. L’illustre umanista Paolo Giovio volle il quadro dello Scopritore per la sua collezione di ritratti. Giovio fu il primo a promuovere la rappresentazione e classificazione dei grandi uomini attraverso la collezione iconografica e l’elogio letterario.

I ritratti di Cristoforo Colombo hanno costituito per Roscelli un’importante fonte storica e biografica, utilizzata nel libro pubblicato nel 2006 col titolo Cristoforo Colombo, archeologia della scoperta, dove si danno spiegazioni anche sul segno particolare che distingue il volto dello Scopritore e sull’abito dei Cavalieri di Cristo con cui venne dipinto.


Marcella Rossi e Davide Roscelli

Nel Rinascimento la rappresentazione pittorica diventò un privilegio riservato a chi avesse acquistato il diritto a un posto nella storia dell’umanità. Colombo morì nel 1506 e proprio allora si sviluppò e diffuse la ritrattistica celebrativa esaltata dal Giovio. La prof. Mariolina Manca ha attentamente esaminato i ritratti citati da Roscelli come pittrice e studiosa di discipline artistiche, soffermandosi in particolare sui pittori Raffaello, Perugino, Ridolfo del Ghirlandaio, Lorenzo Lotto e Sebastiano del Piombo.


Mariolina Manca

Nel corso del Cinquecento si moltiplicarono le commissioni per allestire gallerie di ritratti che mostrassero uomini virtuosi e illustri, distinti nelle arti, nella guerra, nella religione. La produzione venne anche regolamentata nei trattati d’arte e il museo di Paolo Giovio diventò il modello d’iconoteca dedicata alle celebrità.

Giovio e Vasari ci hanno così portato al volto di Colombo Scopritore, al quadro conservato a Como e per molto tempo dimenticato. Roscelli si sente oggi di affermare che la vicenda del ritratto di Colombo Scopritore è in sintonia con l’eclissamento della sua figura storica presso i contemporanei.


Davide Roscelli

Il ritratto è uno dei temi più affascinanti della pittura occidentale, perché eterna i personaggi. Il personaggio di Colombo ha spesso evocato immagini e catturato la fantasia degli artisti che lo hanno scelto, anche allontanandosi dalla realtà. Il ritrattista può reinventare un soggetto conoscendone la biografia, il carattere, le idee e indirettamente la fisionomia. Mariolina Manca ha così passato in rassegna alcune effigi immaginarie di Cristoforo Colombo, eseguite soprattutto nell’Ottocento, dove il navigatore appare in note situazioni storiche.

Dalle pitture e incisioni rupestri dell’arte precolombiana ai soggetti religiosi dell’epoca coloniale, dall’acquisizione dei modelli accademici europei ottocenteschi all’avvicinamento delle correnti internazionali, in Venezuela l’arte ha sempre avuto un ruolo importantissimo. Oggi il capolavoro del complesso universitario realizzato a Caracas da Carlos Raul Villanueva, rappresenta un patrimonio dell’Umanità. E’ un insieme urbanistico,architettonico e pittorico perfettamente inserito nel rigoglioso contesto naturale, realizzato con il contributo di importanti artisti di tutto il mondo. Partendo dalla figura di Colombo, cent’anni fa soggetto di una famosa statua dello scultore carachegno Rafael de la Cova, la rappresentante per il Venezuela e storico dell’arte dott.ssa Consuelo Hernandez, ci ha portato ad apprezzare il contributo del suo paese alla storia dell’arte moderna, senza tralasciare l’influsso delle scuole europee sull’arte venezuelana. In particolare l’arte venezuelana contemporanea studia e valorizza la luce, che illumina con violenza il paesaggio tropicale.


Consuelo Hernandez

Il ritratto di personaggi celebri e ammirati, assume un aspetto particolarissimo quando è trasposto nel mondo musicale, perché la musica intreccia la rappresentazione all’emozione, all’immaginazione e all’intuizione. L’illustre musicista e filologo maestro prof. Marco Ghiglione, con citazioni sconosciute ai più, ha rilevato al pubblico il ricordo del celebre navigatore nella musica dell’Otto-Novecento.


Marco Ghiglione

Questo terzo stimolante incontro si è concluso evidenziando l’esistenza, anche e comunque, di un Cristoforo Colombo quotidiano e a volte un po’consumistico. La maestra Giuliana Traverso ha colto con le sue fotografie questo aspetto nelle strade, nelle vetrine, sui manifesti ed ha presentato al pubblico il suo originalissimo lavoro.


Giuliana Traverso

In conclusione Davide Roscelli, autore dello studio illustrato nelle tre giornate di convegno, ha proposto la creazione di un ambiente in cui raccogliere ed esporre pubblicamente tutta la documentazione su Cristoforo Colombo, dove tra le altre testimonianze comparirebbero il ritratto di Como, l’inedita veduta di Genova del 1410 e l’albero genealogico della famiglia genovese dei Colombo, ripartita nei rami di Moconesi e di Cogoleto.

Il dott. Roscelli si è reso disponibile a chiarimenti e spiegazioni sulle affermazioni fatte nelle tre giornate di convegno.


Pubblico

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