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Angelo Terenzoni è intervenuto sul tema: «La Nobiltà Genovese – Dalle “Due Anime” al Ceto dei Magnifici (1528-1577)
109. La formazione delle “due anime” della Nobiltà genovese si manifestava in modo sempre più
evidente nel corso del Medioevo, in relazione ai successivi governi del Comune di Genova. Durante l’occupazione
francese, veniva alla ribalta l’idea di una riforma di tale sistema, portata avanti da Andrea Doria e giunta
in parte dopo una fase temporale di mezzo secolo. Il suo inizio si aveva con la Legge del Garibetto del 1547,
regolante i rapporti tra Nobili Vecchi e Nobili Nuovi; la stessa, tuttavia, non raggiungeva il suo fine. Dopo
una fase di confronto tra le “due anime” nobiliari, si giungeva alle Leggi Nuove del 1576, le quali davano vita
al Ceto dei Magnifici destinato a reggere il Governo della Repubblica di Genova sino al 1797.
Angelo Terenzoni, storico e socio della Compagna, nelle sue conferenze annuali, ha messo in
chiara evidenza l’azione della diplomazia genovese, nel corso dell’Età Moderna. Con questo nuovo tassello, si
occupa dei rapporti interni della Repubblica, in una ben precisa fase della sua storia.
Il Renzo Parodi è intervenuto sul tema: «Giovanni Longo Giustiniani, l’uomo d’armi genovese che difese Costantinopoli fino al sacrificio della vita».
105. Giovanni Giustiniani Longo è stato un genovese illustre. Corsaro, ammiraglio, indomito guerriero.
Ha legato il suo nome all’eroica e purtroppo infausta difesa di Costantinopoli, assediata dal poderoso esercito ottomano
guidato dal sultano Mehemet II. Gennaio 1453. Appresa la notizia, Giustiniani Longo salpa alla volta di Costantinopoli
alla testa di settecento fedelissimi soldati. L’imperatore Costantino XI Paleologo gli affida la difesa della città.
Il 5 aprile Mehemet II manda un ultimatum a Costantino: se si arrenderà avrà salva la vita, con gli abitanti di
Costantinopoli. Costantino rifiuta. Mehemet II ordina di concentrare i bombardamenti dei suoi poderosi cannoni nel
punto più debole delle mura, presidiato dalle truppe di Giustiniani Longo. La battaglia infuria per settimane. Alla
fine di maggio, gli attacchi dei turchi hanno ragione della disperata resistenza degli uomini del genovese. Ferito
il 29 aprile, il Generalissimo viene tratto in salvo dai suoi uomini e trasferito sull’isola di Chio (possedimento della
famiglia Giustiniani) e lì spira il 1° giugno. Ammirato dal suo coraggio il sultano ordina che gli vengano riservate
solenni onoranze funebri. “Giustiniani da solo valeva tutti i difensori di Costantinopoli”, furono le parole di Mehemet II.
Renzo Parodi, giornalista, nei 32 anni trascorsi al Secolo XIX ha percorso tutti i sentieri della
professione: dallo sport alla cronaca, dalla politica al costume, dall’economia agli spettacoli. È appassionato di Storia,
ama la sua Genova e celebra volentieri le sue glorie passate.
Giorgio Rossini è intervenuto sul tema: «I tre architetti protagonisti del Neoclassicismo a Genova e in Liguria: Emanuele Andrea Tagliafichi, Gaetano Cantoni, Carlo Barabino».
131. La conferenza intende porre a confronto le tre maggiori figure protagoniste dell’architettura
dell’Ottocento a Genova: Emanuele Andrea Tagliafichi, (1729-1811), Carlo Barabino (1768-1835) e Gaetano Cantoni
(1745-1827). Il primo aveva operato ancora a cavallo del gusto tardobarocco e del primo Neoclassicismo. Di lui
va ricordata, in particolare, la progettazione e l’esecuzione delle decorazioni del Palazzo Campanella in Strada Nuova,
effettuata nel 1770 in qualità di collaboratore del più noto architetto francese Charles De Wailly. Carlo Barabino
è stato progettista delle opere più note dell’Ottocento genovese, quali il teatro Carlo Felice, l’attiguo palazzo
dell’Accademia Ligustica, il piano per l’ampliamento urbanistico della città. Gaetano Cantoni fu offuscato dalla
fama del fratello maggiore, Simone, autore della facciata e dei saloni del Maggiore e Minore Consiglio di Palazzo
Ducale. A lui si deve il rinnovamento di diversi palazzi nobiliari genovesi, tra cui il Palazzo Brignole-Sale (Palazzo
Rosso) in Via Garibaldi. La sua opera maggiore non è tuttavia a Genova, ma a Porto Maurizio, ove progettò e diresse
la grande mole del duomo.
Giorgio Rossini, architetto, ha operato dal 1980 presso la Soprintendenza per i Beni Ambientali e
Architettonici della Liguria. Dal 2002 al 2004 ha ricoperto l’incarico di Soprintendente a Venezia, e dal 2005 al
2012 a Genova. Ha progettato e diretto lavori di restauro di numerosi edifici monumentali della Liguria. Ha curato
la pubblicazione di libri e cataloghi di mostre.
Francesco De Nicola e Roberto Trovato sono intervenuti sul tema: «Riscopriamo Plinio Guidoni».
xxx. Plinio Guidoni (Camogli 1922-Genova 1994) ha scelto il genovese per scrivere le sue
poesie, accolte con grande favore dalla critica, e i suoi testi teatrali che ebbero grande successo. Dopo aver esordito
nel 1969 con la raccolta di liriche “A cittae deserta”, seguita nel 1978 da “Ostaja” e nel 1982 da “Sette corali”, ha
concluso la sua attività poetica nel 1990 con la silloge “Controvento”; questi libri di versi sono stati ora raccolti
nel volumetto “A stilla ch'a ciòcca into veuo” a cura di Francesco De Nicola con nota linguistica di Stefano Lusito
(Edizioni Zona). Della sua attività drammaturgica si ricordano almeno “Briscola”, “A camoa” e “O blocco”.
Francesco De Nicola, già Professore Associato di Letteratura italiana contemporanea e Presidente emerito
ùdel Comitato di Genova della Dante Alighieri da lui presieduta dal 2001 al 2025, è studioso di Dante e degli scrittori
ùitaliani dell'800 e del '900, con particolare attenzione rivolta agli autori liguri. Tra i suoi libri più recenti “Dante
tra noi” (2020) e “Camillo Sbarbaro, scrivere per vivere” (2024) e dal 1993 dirige l'annuario della poesia italiana “I limoni”.
Roberto Trovato, già Professore Associato di Drammaturgia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia d
ell’Università di Genova nel corso di laurea di Lettere e in quello del D.A.M.S., è autore di molti studi su vari momenti,
figure e aspetti del teatro italiano in lingua e in dialetto fra Cinquecento e Novecento. Ha prefato tra gli altri testi
di Faggi, Fratti, Martini, Steva De Franchi, Guidoni e la Bono. Recensisce dal 2019 su “Sipario on line” gli spettacoli
del Festival di Borgio Verezzi.
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