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Martedì in Compagna

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Martedì 5 novembre 2019

Angelo Terenzoni è intervenuto sul tema: «Genova nel Medioevo: le fazioni cittadine e le signorie forestiere».

168. Genova fu sempre insofferente di essere governata da un signore che potesse decidere in piena autonomia e sovranità. La classe dirigente di Genova voleva avere le mani libere di trafficare e di accrescere la propria ricchezza. Ma un governo bisognava pur averlo e ogni famiglia potente doveva fare i conti con le altre famiglie potenti. Così Genova, divisa in fazioni, visse un periodo tormentato in cui, spesso, la fazione al governo preferiva cedere la sovranità a una signoria forestiera piuttosto che alla fazione rivale. Fu quello un periodo complesso che solo la riforma di Andrea Doria del 1528 e le successive Leges Novae del 1576 posero definitivo rimedio.
Di tutto questo ci parlerà Angelo Terenzoni che, anno dopo anno, ci racconta in modo gradevole e preciso tutta la storia della gloriosa Repubblica di Genova.

Martedì 12 novembre 2019

Luca Pittaluga e Elena Bagnasco sono intervenuti sul tema: «Moto Guzzi, moto genovese».

108. Nel 2019 sono cent’anni esatti dalla prima moto (che si chiamava GP), conservata ancora oggi in bacheca a Mandello del Lario. Il 2021 è l’anno del centenario della fondazione della Moto Guzzi, avvenuta a Genova il 15 marzo 1921. Il fondatore Giorgio Parodi fu un genovese di successo, aviatore ed imprenditore, marito e padre. Estremamente esigente con se stesso – arrivava in azienda prima dell’apertura dei cancelli – non amava apparire, restava sempre un po’ nell’ombra. Modesto al punto di dare all’azienda di famiglia il nome del suo meccanico di aerei: la prima moto (GP Guzzi Parodi) poteva essere scambiata con le iniziali del suo nome. Non ritenendo di avere grandi meriti sulla questione, optò per Moto Guzzi, in onore del suo amico che ritenne più idoneo. Come racconta la storia, l’aquila è quella della divisa di Giorgio, scelta in ricordo dell’amico aviatore Giovanni Ravelli, morto un paio di mesi prima della presentazione della GP. Dopo 3 guerre, 5 medaglie d’argento, 1 di bronzo, un occhio perso dopo essere precipitato, grandi successi imprenditoriali, Giorgio si spense il 18 agosto 1955, il giorno di Sant’Elena Imperatrice.
Questa straordinaria storia tutta genovese ci sarà raccontata da Elena Bagnasco, nipote di Giorgio, per la parte più familiare, mentre Luca Pittaluga curerà gli aspetti tecnici motociclistici.

Martedì 19 novembre 2019

Edoardo Longo è intervenuto sul tema: «L'esposizione Italo Americana o "Colombiana" del 1892».

29. A causa di un forte maltempo il pubblico è stato particolarmente scarso. Per questo è stato deciso di replicare questa conferenza in un martedì d'aprile 2020.
La conferenza intende evidenziare come le celebrazioni colombiane del 1892 rappresentino un rilancio internazionale della nostra città, quale capitale della cultura marinara (e non solo) e l’ideale punto di collegamento tra il Vecchio ed il Nuovo Mondo. Il momento risultò particolarmente propizio poiché Genova si trovava in quel periodo all’acme della sua rivoluzione industriale e commerciale (il porto si era da poco ingrandito con la donazione del Duca di Galliera) da una parte e della sua rivoluzione urbanistica (annessione dei comuni limitrofi del 1874, inizio della realizzazione di via XX settembre e delle due circonvallazioni) dall’altra.
Il relatore Edoardo Longo, laureato in Scienze Politiche, è stato assistente incaricato di Storia Moderna presso l’Università di Genova. Attualmente è membro del Comitato Scientifico e della Commissione per la Gestione del Museo Diocesano di Genova e collabora con diverse associazioni culturali nelle cui sedi tiene periodicamente conferenze di carattere storico e artistico. In collaborazione con il Museo Diocesano organizza periodicamente viaggi culturali in Italia e all’estero preceduti da conferenze esplicative. I suoi interessi gravitano da sempre intorno a Genova sotto i profili storico, politico, urbanistico.

Martedì 26 novembre 2019

Domenico Ravenna è intervenuto sul tema: «Brigantaggio in Liguria: banditi al passo del Bracco fra il 1945 e il 1951».

151. Dal 1945 al 1951, per sei lunghi anni, il fenomeno del banditismo al passo del Bracco rappresentò un’emergenza nazionale sul fronte della lotta alla criminalità. Le bande capeggiate dal Manzo, dal Pisa, dal Tullio e dai fratelli Rossi furono responsabili di centinaia di rapine che provocarono, in alcuni casi, esiti mortali. A vedersela con i banditi fu anche Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica. Le gesta dei fuorilegge sulla strada che collega il Tigullio alla Val di Vara hanno alimentato, nell’arco del dopoguerra, la vena creativa di scrittori, giornalisti e, perfino, cineasti. La conferenza si propone di analizzare le origini, i protagonisti e il contesto socioeconomico e politico del fenomeno.
Domenico Ravenna, laureato in giurisprudenza, giornalista professionista, è stato capo della redazione ligure dell’Agenzia giornalistica Italia e, per oltre un ventennio, responsabile dell’informazione economica e finanziaria per la Liguria del quotidiano Il Sole 24 ore. Socio de A Compagna, Ravenna ha al suo attivo quattro raccolte di poesie, tutte di ambientazione ligure: Reigada, L’orto dei Malaspina, Passaggio sul Bracco e Stradario genovese.

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